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Un vandalo chiamato Michelangelo Buonarroti

Sul muro di palazzo Vecchio, dietro la statua di Ercole e Caco di Baccio Bandinelli, noterete, se guardate attentamente, il volto di un uomo inciso nella pietra.

Secondo la leggenda, sarebbe Michelangelo Buonarroti in persona l’autore dell’opera.  

Michelangelo era un artista eccellente, ma aveva davvero un brutto carattere. Arrogante, pieno di sé - se pur a buon ragione - voleva dimostrare la sua grandezza e il suo talento in ogni situazione. Non era certo una persona che si poteva prendere in simpatia, e questa vicenda, ce lo conferma.

La storia è ben nota a Firenze, e come spesso accade, ne esistono diverse versioni riconosciute dalla tradizione popolare.

 

La versione più famosa, racconta di un uomo che era solito infastidire il maestro Buonarroti, tempestandolo di domande e richieste.

Un giorno, l’artista, munito di scalpello e annoiato da quel disturbatore, si mise a scolpirne il ritratto nella pietra, addirittura tenendo le mani dietro la schiena, fingendo di ascoltarlo! Ecco perché il titolo con cui il ritratto è passato alla storia sia l’”importuno”.

 

Un’altra versione narra che trovandosi a passare in Piazza della Signoria, Michelangelo notò una folla di gente riunita davanti alla Loggia dei Lanzi. Si avvicinò per vedere che succedeva, e scoprì che sotto la loggia c’era un uomo condannato alla gogna, il quale aveva contratto dei debiti con molte persone. Secondo alcuni, pare che dovesse una grossa somma di denaro anche allo stesso Buonarroti.

Michelangelo allora chiese alle guardie per quanto tempo avrebbe dovuto subire la pena, ma la risposta non fu di suo gradimento: secondo lui non era abbastanza, i fiorentini avrebbe dovuto ricordarsi di quel truffatore per molto più tempo!

Così l’artista andò di fronte al Palazzo della Signoria, proprio all’angolo su via della Ninna, davanti alla loggia, ed incise il profilo del malcapitato sulla pietra, così che il popolo si ricordasse per sempre di quel poveraccio che non aveva pagato i suoi debiti.

 

Una terza versione della vicenda racconta che Michelangelo raffigurò in fretta e furia, il volto di un condannato a morte sul punto di essere giustiziato. A quanto pare un volto che lo aveva colpito particolarmente.

Oppure ancora, che l’artista fosse stato sfidato a realizzare un autoritratto senza guardarsi allo specchio, e con le mani dietro la schiena; scommessa che-  se così andarono realmente le cose – avrà vinto certamente.

 

Comunque sia andata veramente la storia, potremmo considerare questa incisione sul muro di Palazzo vecchio come un atto vandalico in piena regola. Tuttavia, un artista di strada come Michelangelo lo possiamo certamente perdonare!

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