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Oltre il Rinascimento a Firenze - Il Mercato Centrale di San Lorenzo

Il Mercato di San Lorenzo o Mercato Centrale è famoso nel mondo e frequentato da chiunque visiti Firenze. All’esterno banchi di souvenir, abbigliamento, oggetti in pelle e tessuti, all’interno banchi di alimentari al piano terreno, ristoranti e gastronomia al primo piano.

L’edificio è anche un’opera d’arte, una delle costruzioni in ferro e vetro più importanti dell’Ottocento, realizzata tra il 1870 e il 1874 nel quadro della grande ristrutturazione urbana della città legata a “Firenze Capitale” e gestita dall’architetto Giuseppe Poggi. La zona del Mercato Vecchio e del Ghetto, miserabile e degradata, situata nell’area dell’attuale Piazza della Repubblica, venne trasformata in un centro monumentale di stile piemontese-napoleonico, gli abitanti furono sfrattati e i poveri sistemati in baracche di legno e ferro, grandi speculazioni edilizie furono fatte dalle ricche famiglie fiorentine proprietarie degli immobili e dei terreni, specialmente attraverso la Società Anonima Edificatrice (SAE), la principale impresa edilizia, cui parteciparono, in qualità di azionisti, i più bei nomi della borghesia fiorentina del tempo, tra cui anche l’architetto Giuseppe Poggi.

Fu un’operazione molto discussa, che comportò la distruzione di molti edifici storici medievali, chiese, tabernacoli e torri (50.000 mq di storia, si disse allora), ma la nuova classe dirigente del Regno d’Italia era molto sicura di sé e impastata di retorica nazionalista. Non c’era nulla da discutere, Firenze doveva assomigliare a Parigi. Famoso il commento di Telemaco Signorini, il grande pittore macchiaiolo, a cui fu chiesto se piangeva per le “porcherie” che venivano demolite, e che rispose: “No, piango sulle porcherie che vengono su!”.

L’area per il nuovo mercato fu identificata nel quartiere popolare chiamato i “Camaldoli di San Lorenzo”, vicino alla nuova stazione ferroviaria e ai nuovi viali in stile francese. Fu incaricato del progetto l’architetto Giuseppe Mengoni (1829-1877), esperto in architettura in ferro che si ispirò alle Halles di Parigi. Il suo capolavoro resta la Galleria di Milano, inaugurata nel 1877, il giorno dopo che Mengoni, che si era arrampicato su un’impalcatura per dei controlli, era precipitato ed era morto proprio alla vigilia dell’apertura dell’opera per cui è rimasto famoso. L’architettura del ferro era tipica dell’epoca, legata ai processi di industrializzazione, alla produzione dell’acciaio e della ghisa e allo sviluppo dell’ingegneria che permise di realizzare le ferrovie (e armamenti micidiali!) e costruzioni  di ogni tipo con struttura metallica e vetro, utilizzate per ponti, serre, edifici per esposizioni universali, capannoni, stazioni, mercati e gallerie.

Il complesso quadrato di 5000 mq e 30 m di altezza, ha una base in pietra serena alta 10,5 m con 10 arcate per lato, ispirata al vicino Palazzo Medici Riccardi. Al centro di ogni lato le porte con pilastri e capitelli classicheggianti con fogliame. Per la realizzazione fu incaricata la ditta napoletana Guppy & C., fondata dall’inglese Thomas Richard Guppy, specializzata in produzione di ghisa e di acciaio, strutture in ferro, parti di navi, binari ferroviari e macchinari di ogni genere, una delle più avanzate d’Italia. Le travi a traliccio invece furono importate dal Belgio. Insomma furono utilizzati gli specialisti e i materiali migliori per l’epoca.

Il Mercato Centrale ha seguito le vicende del centro di Firenze. L’enorme aumento del turismo ha gonfiato il mercato esterno di souvenir e articoli turistici, mentre l’interno di alimentari è decaduto quasi fino alla chiusura per lo spopolamento del centro, ormai occupato da hotel, B&B, residences e uffici e riempitosi di supermercati. Fortunatamente negli ultimi anni il piano superiore, molto luminoso per i soffitti in vetro e creato nel 1980 per l’ortofrutta, è stato ristrutturato e popolato di ristoranti e negozi di gastronomia molto frequentati. E questo movimento ha “trainato” anche il sottostante mercato di alimentari, salvandolo dalla chiusura. Foto: in alto lato nord. 


Lato sud.


Entrata nord.


Capitello classicheggiante. 

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