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I leoni di Firenze

Avrete notato che i leoni sono ovunque a Firenze. Vi siete anche chiesti il perché?
Fanno la guardia a Palazzo Vecchio e alla Loggia de Lanzi, si trovano sulla cima della Torre di Arnolfo, sono rappresentati negli stemmi, nei quadri, e perfino le basi dei lampioni hanno la forma di zampe di leone.
Si sono viste statue di leoni a Firenze fin dal Medioevo, la leggenda narra che la Repubblica fiorentina scelse il simbolo del leone perché questo animale poteva fare a pezzi l'aquila, simbolo del potere imperiale e della rivale Pisa.
La più famosa statua di leone a Firenze è sicuramente il Marzocco. Nella Divina Commedia Dante riporta la leggenda secondo la quale la città di Firenze era originariamente dedicata al dio Marte. Vicino a Ponte Vecchio c'era una statua del dio della guerra, ma fu spazzata via dall'inondazione devastante del 1333 e si dice che sia stata sostituita dalla statua di un leone.
Infatti, probabilmente il nome "Marzocco" proviene dal latino "martocus", che può essere tradotto come "piccolo Marte".
Scolpita da Donatello all'inizio del XV secolo nella pietra grigia toscana chiamata pietra serena, il Marzocco si trova fuori da Palazzo Vecchio (questa è una copia fedele, poichè l'originale si trova nel Museo del Bargello). Il leone di Donatello è seduto con una zampa che tiene lo stemma di Firenze rappresentante il giglio, simbolo della città. Sempre in Piazza della Signoria, i due famosi leoni medicei provenienti da Villa Medici fiancheggiano la Loggia dei Lanzi dalla fine del XVIII secolo.

VERI LEONI A FIRENZE
Un fatto che non tutti forse sanno, è che a Firenze c'erano leoni veri e la loro presenza è documentata dal XIII secolo.
Erano tenuti in gabbie, inizialmente all'interno del Palazzo del Podestà (ora Museo del Bargello), poi furono trasferiti nel luogo in cui adesso c'è la Loggia de Lanzi e più tardi furono di nuovo spostati dietro Palazzo Vecchio sulla strada che prende il suo nome da questi animali, Via de Leoni.
Un diverso racconto suggerisce che erano invece tenuti in Piazza San Giovanni, all'interno della Loggia del Bigallo. Forse, entrambe le storie sono vere, poiché vi erano diversi serragli in tutta Firenze, dove venivano ospitati una varietà di animali.
Secondo una leggenda, alla fine del XIII secolo uno dei leoni tenuti nella Loggia del Bigallo riuscì a uscire dalla sua gabbia e strappare un bimbo, chiamato Orlanduccio, dalle braccia della madre. Sorprendentemente la bestia non gli fece del male, lasciò invece che la madre riprendesse il suo bambino e permise tranquillamente ai suoi guardiani di condurlo ancora una volta all'interno della sua gabbia.
Il bambino divenne noto come Orlanduccio del leone e si dice che fu risparmiato perché il suo destino era crescere e vendicare la morte del padre, cosa che secondo la storia, alla fine fece.

NON SOLO LEONI
È difficile immaginare un leone che cammina per le strade di Firenze, ma gli animali esotici non erano estranei ai fiorentini, che pagavano per vederli nei vari serragli sparsi per la città.
Un esempio dell'insolita fauna fiorentina è la famosa giraffa di Lorenzo de Medici, portata a Firenze nel 1487 per partecipare alla Cavalcata dei Magi - la processione che si svolgeva il 6 gennaio per celebrare l'Epifania - ma che purtroppo non ce la fece a prender parte all'evento. L'animale morì quattro giorni prima della processione, rompendosi il lungo collo incastratosi nelle travi di legno della stanza che era stata allestita per lui.
Notizia di un altro insolito animale vissuto a Firenze ci viene da Vasari, il quale ricorda che Rosso Fiorentino aveva una scimmia birichina detta il Bertuccione. L'artista la teneva nel suo studio, dove questa usava rubare l'uva che i monaci coltivavano nel monastero vicino.
Tuttavia, nessun altro animale fu mai altrettanto speciale per il capoluogo toscano come lo furono i leoni. Un comportamento insolito da parte loro e persino la loro nascita e morte furono spesso considerati presagi, non sorprende quindi che i fiorentini videro la lotta mortale che avvenne tra due dei leoni della città come un presagio alla morte di Lorenzo de' Medici nel 1492.
Anche se queste bestie non vennero più tenute a Firenze dal XVIII secolo, il loro valore simbolico non fu dimenticato. Basta guardarsi intorno in città per vedere teste di leone che ci guardano, testimonianza del passato stranamente esotico di Firenze e dell'orgoglio dei fiorentini per la propria città.

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