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Firenze celebra Cosimo I

Quest’anno si celebra il cinquecentenario della nascita di Cosimo I de Medici (1519-1574), primo Granduca di Toscana. Figlio del condottiero Giovanni de' Medici, detto delle Bande Nere, e di Maria Salviati, divenne signore di Firenze a soli 17 anni, ma fu capace di creare in poco tempo un governo saldo con il favore dell’Impero e della Chiesa, mirando alla conquista di tutta la Toscana.
Oltre che abile uomo politico, fu anche un grande padre di famiglia, devoto ai figli e alla seconda moglie Eleonora da Toledo per la quale creò uno dei più bei palazzi d'Italia.
Cosimo fece dell’arte uno strumento politico per promuovere l’immagine di un governo saggio che seppe portare grande ricchezza a Firenze. Proprio a lui si devono alcune delle più importanti strutture fiorentine che cambiarono per sempre il volto della città: nel 1560, per riunire le magistrature fiorentine, uffici, in un unico edificio sotto il suo controllo, fece costruire accanto al Palazzo della Signoria, quelli che adesso sono gli Uffizi; ampliò e ammodernò Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli, e fece costruire a Giorgio Vasari il Corridoio Vasariano che collegava le due strutture.
 
Uomo di grande intelligenza e ambizione, Firenze deve molto a Cosimo I, ecco perché in occasione dell’anniversario della sua nascita, le Gallerie degli Uffizi lo celebrano con ben tre mostre: “Cento lanzi per il Principe”, “Una biografia tessuta. Gli arazzi seicenteschi in onore di Cosimo I” e “La prima statua per Boboli. Il Villano restaurato”.
 
Cento lanzi per il Principe
La mostra è dedicata alla guardia tedesca dei Medici (Guardia d’ Lanzi, da Lanzichenecchi, “Lanzknecht”), inviata nel 1541 dall’imperatore Carlo V d’Asburgo come segno del suo appoggio al governo di Cosimo.
I Lanzi, da cui prese il nome la famosa Loggia, un tempio facciata del loro quartier generale, avevano il compito di proteggere il sovrano e le persone a lui più vicine; compito che svolsero fedelmente per circa 200 anni, fino all’arrivo della Guardia svizzera dei Lorena che li sostituì nel 1738.
Caratteristica dei soldati era l’iconica veste dai colori sgargianti, l’alabarda, che risalta in tutti i dipinti accanto al loro sovrano.
Con oltre 90 opere, tra le quali armature, vestiti, incisioni, dipinti e documenti, la mostra ripercorre la storia della Guardia de’ Lanzi, divenuta immagine iconica del potere principesco. Tra gli oggetti esposti, particolare rilievo hanno i pochi, ma decisamente importanti resti dell’armatura di Cosimo I, così spesso raffigurata nei suoi ritratti.
 
Una biografia tessuta. Gli arazzi seicenteschi in onore di Cosimo I
Spostandoci dagli Uffizi a Palazzo Pitti, questa mostra racconta invece i momenti più importanti del governo del Granduca Cosimo I attraverso nove grandioso arazzi di lana e seta. Allestita tra la sala Bianca e la sala delle Nicchie, l’esposizione ricrea L’assetto originariamente voluto da Ferdinando II per la sala di Saturno, utilizzata per le udienze segrete del granduca, che con questa serie di arazzi rendeva omaggio al suo predecessore.
Una mostra sugli arazzi risulta particolarmente adatta a celebrare Cosimo I, in quanto lui stesso ne fondò la manifattura nel 1545, portando a Firenze due importanti arazzieri fiamminghi per insegnare ai fiorentini quest’arte di cui le Fiandre erano i più abili produttori.
 
La prima statua per Boboli. Il Villano restaurato
L’ultima delle tre mostre in onore di Cosimo I si concentra sul restauro della prima statua di Boboli, il Villano con la Botticella scolpita verso il 1557 da Giovanni di Paolo Fancelli su disegno del maestro Baccio Bandinelli. Essa fondò una tradizione di statue che rappresentava persone del popolo intente nelle loro faccende quotidiane, quel tipo di scultura che più tardi verrà chiamata “di genere”.
Acquistato nel 1550 da Cosimo per la sua consorte Eleonora di Toledo, che mal si abituava alla vita cittadina ed aveva bisogno di aria fresca e spazi aperti, Palazzo Pitti fu la nuova casa dei granduchi sostituendo quello che venne chiamato da quel momento in poi il Palazzo Vecchio. Con il suo enorme giardino, Palazzo Pitti divenne modello per le regge di tutta Europa, e Boboli si configura come uno dei primi esempi di giardino all’italiana, nato proprio qui a Firenze ed esportato poi in Francia; nonché come un importante museo di scultura all’aperto.
 
Con questa trilogia di mostre si celebra dunque non solo Cosimo I, ma di conseguenza anche la città di Firenze, di cui il primo Granduca rimane uno dei personaggi che maggiormente ne hanno segnato la storia.

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