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Le porte del Battistero di Firenze restaurate, finalmente insieme

Finalmente, dopo 30 anni di restauri, le 3 porte monumentali del Battistero di San Giovanni sono state riunite insieme ed esposte nel Museo dell’Opera del Duomo.

Il primo lavoro di restauro dei portali, ad opera dell’Opificio delle Pietre Dure, iniziò nel 1990 con la rimozione della Porta del Paradiso, conclusosi nel 2012 e seguito dal restauro della porta Nord, seconda anche in ordine di realizzazione. Infine è stato il turno della porta Sud, con un restauro durato 3 anni, che ha riportato alla luce la bellissima doratura e dettagli scultorei eseguiti magistralmente.

 

La porta Sud, è anche la più antica, eseguita tra il 1330 e il 1336 da Andrea Pisano, collaboratore di Giotto.

Realizzò il portale con gusto semplice e armonioso, nello stile gotico che andava al tempo. Divise la superficie in 28 riquadri, all’interno delle quali furono scolpiti a bassorilievo personaggi dorati su fondi appena accennati. II fiorentini amarono subito questa grande opera, che fu collocata all’entrata del battistero che fronteggia la cattedrale di Santa Maria del Fiore. Era dunque rivolta a Nord, ma in seguito venne spostata a sud, rimpiazzata dalla Porta del Paradiso.

 

Si dovette aspettare circa sessanta anni, prima di poter indire un nuovo concorso per realizzare la seconda porta del Battistero. Quella che divenne la porta Est. Fu il giovane Lorenzo Ghiberti a vincere il concorso nel 1401, con la sua formella (riquadro della porta) sul tema di Abramo che sacrifica il figlio Isacco.

Il Ghiberti cercò di adeguarsi allo stile gotico del Pisano, ma si nota già il manifestarsi di un gusto più raffinato che agli inizi del Quattrocento annunciava il Rinascimento.

Sempre 28 sono le formelle del secondo portale, che qui rappresentano scene della vita di Cristo e le figure degli evangelisti e padri della chiesa. Una curiosità: in una delle formelle di questa porta, tra altri personaggi, il Ghiberti decise di includere il proprio autoritratto.

 

Sempre opera di Lorenzo Ghiberti, ormai artista espertissimo ed eccellente, fu la terza porta, in seguito chiamata Porta del Paradiso.

Stavolta Ghiberti fece di testa sua, cambiando completamente lo stile del portale, non più suddiviso in 28 formelle come gli altri due, ma in 10 sezioni soltanto. Tanto minore fu il numero delle scene rappresentate, quanto maggiore la perizia dei particolari e la complessità del lavoro.

Ghiberti rappresentò storie del Vecchio Testamento, illustrate nei particolari e applicandovi la prospettiva. Ogni formella è come un piccolo quadro dorato e lavorò su di esse per 27 anni, completando la porta nel 1452.

Un capolavoro in bronzo dorato di 8 tonnellate.

Pare che fu Michelangelo stesso, che ammirandola commentò: “è tanto bella che potrebbe diventare la porta del Paradiso”. E con questo nome infatti fu ribattezzata dai fiorentini e collocata al posto d’onore davanti alla facciata del Duomo, andando a rimpiazzare la porta di Andrea Pisano.

 

Oggi è finalmente possibile ammirare le tre porte monumentali una di fianco all’altra, nella sala del Paradiso del Museo dell'Opera di Santa Maria del Fiore.

Grazie a questo allestimento, i visitatori potranno cogliere le somiglianze e soprattutto le notevoli differenze di stile che caratterizzano le tre porte, realizzate in un arco di tempo di oltre 120 che va dal 1330 al 1452.

Davvero un gran bel vedere!

 

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