YOUR FLORENCE EXPERIENCE

FINE ARTS AND
CULTURE ACADEMY

Escursioni fuori Firenze - Monte Morello e la triste storia dei pini neri

Hai una giornata libera? Fatti un giro a - MONTE MORELLO.
È il monte più alto (934 m) tra quelli vicini alla città, facilmente raggiungibile con mezz'ora di macchina o in bus, ed è la meta preferita dai fiorentini per gite nella natura, passeggiate, picnic. Infatti comprende prati, sentieri attrezzati, panorami mozzafiato e una fitta foresta di pini neri, querce, cipressi, abeti bianchi e noccioli. Negli ultimi decenni, con lo spopolamento delle colline e delle montagne (tutti ruderi o case di vacanze), la foresta ha ripreso terreno e sono apparsi molti animali: fagiani, cinghiali, volpi, cervi, caprioli, daini, puzzole, tassi, faine, istrici e, con tanto cibo a disposizione, il lupo. Tra gli uccelli rapaci, la poiana e il gheppio. Poggio all’Aia, la vetta dove si innalza una grande croce di legno, è sempre stata molto frequentata perché gli è stato attribuito un valore mistico e spirituale. 

Le rocce calcaree di cui è composto il monte, in particolare l’alberese, in passato venivano usate per fare la calce e in parte come pietra da costruzione, specialmente a Prato e Pistoia, mentre a Firenze solo la Certosa del Galluzzo è fatta con questo materiale. Una caratteristica della zona è la presenza, favorita dal terreno e dal clima, di orchidee selvatiche che hanno trovato qui il loro habitat naturale: il giacinto di Webb (Bellevalia webbiana Parl), il giglio mantagone (Lilium Mantagon L.), l’orchidea cinabra (Ophrys cinnabarina Romolina & Soca), l’orchidea bruciacchiata (Neotinea ustulata), l’ofride fior di vespa (Ophrys tenthredinifera Willd).

Il nome “Morello”, che risale a prima del 1000, si riferisce all’aspetto che aveva già nell’antichità, coperto di boschi. Ma non è stato sempre così. Targioni Tozzetti, famoso naturalista fiorentino del 1700, afferma che nel XIII secolo, all’epoca delle grandi epidemie di peste, tutti gli alberi del monte furono tagliati per permettere ai venti del nord di “purificare” la città, perché si pensava che il ristagno dell’aria favorisse le malattie. In realtà i boschi furono tagliati per fornire legname per l’edilizia fiorentina. Gli abeti di Morello infatti hanno fornito le travi per tutti i palazzi storici di Firenze, compresi gli Uffizi e Palazzo Pitti. All’inizio del ‘900 le pendici erano ancora brulle e disboscate, provocando di continuo frane e smottamenti, causati dal terreno eroso dalle acque. Nel 1919 si dette inizio al rimboschimento che è stato completato solo nel 1970. 

Ma non è finita … . Infatti fu utilizzato in maggior parte il pino nero, una pianta “pioniera”, cioè che riesce a insediarsi per prima su dei terreni poco profondi e poveri di sostanze nutritive, che in questo modo modifica, producendo humus e rendendoli adatti ad altre specie più esigenti. Il pino nero però preferisce i suoli silicei, non calcarei come il Morello, e inoltre i pini sono stati piantati troppo fitti. Quindi sono cresciuti “alti e magri” fino a 30 m e più, belli, ma deboli e facile preda di funghi e insetti parassiti. E stanno tutti morendo. La siccità di 4 mesi del 2003 gli ha dato un’ulteriore botta, molti sono già morti e gli altri sono tutti malati. Nelle foto, la vetta innevata. Prendete la vecchia strada per Bologna, dopo 20 Km bivio per Monte Morello.



Una strada nel bosco con i pini alti e magri.



l’orchidea detta Ofride Fior di Vespa (Ophrys tenthredinifera Willd)

Iscriviti ora

Rimani aggiornato sulle nostre novità...iscriviti alla nostra newsletter!