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Oltre il Rinascimento a Firenze – La sezione aurea in arte e a Palazzo Rucellai

Questa volta il titolo “Oltre il Rinascimento” va interpretato come “Rinascimento oltre se stesso”, cioè al culmine della sua idea del mondo e della riscoperta della cultura classica.
La facciata di Palazzo Rucellai, progettata da Leon Battista Alberti e completata nel 1465, è celebrata come una delle opere-simbolo dello spirito dell’epoca. L’Alberti la progettò come una dimostrazione esemplare dei suoi principi architettonici, descritti nel suo libro De Re Aedificatoria (Sull’architettura, 1452), per i quali la bellezza non deriva dallo sfarzo o dalla magnificenza decorativa, ma dall’armonia e dal fascino delle proporzioni.

La facciata, di bugnato aggettante di pietraforte, è strutturata su tre piani come una griglia regolare di rettangoli, definiti in orizzontale da cornici marcapiano e alla base dalla panca di via, in verticale da paraste e lesene con capitelli. Questi rettangoli racchiudono finestre bifore al primo e secondo piano e finestrelle e portoni a pian terreno. Molti sono gli elementi tratti dall’architettura classica, ma qui ne vediamo in particolare uno solo, ma clamoroso: tutti i rettangoli che costituiscono la griglia sono costruiti sulla base della sezione aurea.

Che cos’è la sezione aurea? Senza entrare nella definizione matematica, in geometria è la proporzione particolare tra due segmenti disuguali che possono costituire elementi di rettangoli, triangoli e pentagoni. Dividendo la misura del segmento grande con la misura di quello più piccolo si ha il numero irrazionale (cioè che ha decimali infiniti) 1,6180339887… . Il rettangolo, che ha i lati tra loro in questa proporzione, era considerato già nel mondo greco-romano il canone “naturale” della bellezza e dell’armonia. Il Partenone ad Atene è interamente strutturato su questi rettangoli “aurei”, gli stessi che costituiscono la facciata di Palazzo Rucellai.

La sezione aurea ha una lunga storia. La sua definizione risale al VI secolo A.C. ed è attribuita a Pitagora e ai suoi discepoli che gli davano significati magici e astrologici.  I greci erano convinti che le opere costruite su queste proporzioni davano un forte senso di ordine, armonia e simmetria. Un senso di compiutezza e di perfezione in cui intravedevano un disegno divino, uno schema superiore utilizzato dagli dei per creare la natura, l’uomo e l’universo. Anche Platone gli dava un significato mistico e affermava: Dio geometrizza sempre. Anche il corpo umano, per essere “bello”, doveva essere perfettamente simmetrico e con proporzioni “auree”.

Gli artisti del Rinascimento erano affascinati da questa armonia dell’arte antica. Il manuale “De Architectura”, opera di Vitruvio - un architetto romano del I secolo A.C  che era stato sovrintendente alle macchine da guerra nell’esercito di Cesare e architetto di corte di Augusto - era stato tradotto dall’umanista Poggio Bracciolini nel 1414. Il libro, molto amato da Lorenzo Ghiberti, Leon Battista Alberti, Raffaello, Paolo Giovio e altri, impressionò in particolare Leonardo da Vinci. 

Vitruvio aveva studiato le basi “matematiche” della bellezza del corpo umano, stabilendo che l’altezza deve essere uguale all’apertura delle braccia e che la figura può essere iscritta in un cerchio. Su questa base aveva poi calcolato le misure proporzionali  “perfette” di tutte le parti del corpo. Ispirato da Vitruvio, Leonardo nel 1490 disegnò il famosissimo Uomo vitruviano, l'uomo ideale, che è stato per secoli alla base degli studi di estetica anatomica. La figura è inserita in un cerchio (il cielo) e in un quadrato (la terra). Il raggio del cerchio è la sezione aurea del lato del quadrato. Leonardo ricalcolò anche tutte le proporzioni delle parti del corpo umano “perfetto”  fatte da Vitruvio, confermandole, ad eccezione dei piedi che secondo lui dovevano essere più corti: un settimo dell’altezza, invece del sesto calcolato da Vitruvio.

Il disegno di Leonardo è diventato uno dei simboli dell’Umanesimo e del Rinascimento. Il cerchio e il quadrato sono figure geometriche “perfette”. L’uomo, proporzionato sulla sezione aurea, è stato creato perfetto perché è al centro dell’universo e, come si diceva, è “artefice della propria sorte”, può gestire la propria vita, può scegliere il proprio destino. Il contrario dell’uomo medioevale, schiacciato dalla divinità.   


L'Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci.

Leonardo usò la sezione aurea anche nella pittura, come  nell’Ultima Cena e nel volto della Gioconda. Molti altri artisti se ne sono serviti, incluso Le Corbusier, uno dei più importanti architetti del 1900. L’architetto svizzero, teorizzò che, dato che la sezione aurea è alla base delle proporzioni del corpo umano, tutti gli spazi di abitazione e di lavoro in cui l’uomo si muove devono essere strutturati su queste misure. Leon Battista Alberti non era arrivato a tanto.

Perfino Paperino di Walt Disney si ha avuto a che fare con la sezione aurea. Nel cartone animato del 1959 Paperino nel mondo della matemagica (Donald in Mathmagic Land), usato come filmato didattico nelle scuole americane, Paperino entra nel Paese delle Meraviglie della Matematica. Lì incontra Pitagora che sta suonando in una jam session jazz con i suoi discepoli. Il filosofo greco gli svela che il mondo è basato sulla matematica e che la sezione aurea è dappertutto: nella Piramide di Cheope, nella Gioconda di Leonardo, nella Venere di Milo di Alessandro d’Antiochia, nel Partenone di Fidia ad Atene e nel Palazzo dell’ONU a New York di Le Corbusier, nel corpo umano, nella musica, nella struttura dei fiori, degli animali marini, delle galassie. Insomma in ogni forma dell’universo. Paperino, sbalordito, finalmente si convince che il futuro è nella matematica e nella geometria.

Una curiosità: i due lati delle nostre carte di credito, bancomat e ormai ogni tessera magnetica sono proporzionati sulla sezione aurea. Se dividete il lato maggiore con quello minore, otterrete sempre 1,6180339887… !

Foto di copertina: la facciata di Palazzo Rucellai.



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