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Il Quartiere delle Cure da Michelangelo alla Street Art

La storia di questo quartiere a nord del centro è da sempre legata in qualche modo all’arte. Leggenda vuole che nel 1520, quando qui c’era solo campagna attraversata dal torrente Mugnone, la Madonna apparve a due malati gravi che stavano pregando davanti a una sua immagine attaccata ad una quercia. Dopo averli guariti chiese loro di far costruire una cappella in suo nome, la quale si dice venne commissionata proprio a Michelangelo. Non si sa se è vero, ma esistono resti dell’edificio e una strada è dedicata alla Madonna delle Querce.

Più tardi la zona divenne sede delle “curandaie”, nome abbreviato in “cure”, che danno il nome al quartiere. Erano le lavandaie che lavavano le pezze di lino, che all’epoca venivano prodotte a livello industriale, poiché Firenze era uno dei più importanti centri di industria tessile d'Europa, e produceva i tessuti più belli e pregiati. Oltre alle curandaie, la zona era frequentata dalle normali lavandaie che lavavano i panni per conto di tutta la città, dato che l’acqua del Mugnone era più pulita di quella dell’Arno, fangosa e impetuosa.

Alla fine del 1800 la zona divenne sede di numerose attività industriali che traevano l’acqua dal torrente Mugnone: setifici, mulini, colorifici, tipografie, le Officine Galileo che producevano meccanica di precisione e - più grande di tutte - la Fonderia Giovanni Berta, che produceva tutti i tombini della città, lampioni, cancelli e strutture urbane in ferro. Tutte attività dove l’elemento artigianale-artistico risulta determinante.

Nel 1914 venne costruita la ferrovia Firenze-Roma che taglia il quartiere e sotto cui nel secondo dopoguerra verrà costruito il famoso sottopassaggio, oggi “museo” di Street Art. Non dimentichiamo che la ferrovia, proprio in quegli anni, ispira i futuristi, in quanto simbolo della velocità, dell’azione, del cambiamento.

Durante la II Guerra Mondiale, il quartiere venne fortemente danneggiato dai bombardamenti e nell’agosto del 1944, durante la battaglia di Firenze, i tedeschi rovesciano sui binari tutti i vagoni ferroviari e da questa barricata di ferro riuscirono a bloccare per quasi un mese le truppe anglo-americane, per poi ritirarsi ordinatamente in Mugello.

Nell’ultimo trentennio del 1900, con la chiusura di tutte le aziende, il quartiere diventa totalmente residenziale e Piazza delle Cure sede di un frequentatissimo mercato ortofrutticolo.
A mantenere viva la tradizione artistica in zona, arrivò però la Street Art.

 



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