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Il ritratto di Costanza Boarelli del Bernini come simbolo della violenza sulle donne nella mostra fotografica agli Uffizi: Il dolore non è un privilegio

Tutti conoscono Gian Lorenzo Bernini come il massimo esponente della scultura barocca, autore di opere di incredibile bellezza. Certamente uomo di grande passione, sentimento che trasmetteva magistralmente attraverso la sua arte. Pochi però conoscono il suo lato più oscuro, e di come questa sua grande passione lo portò a consumare un atto di efferata violenza contro la donna che amava.


Intorno al 1638 Bernini aveva una relazione con la moglie del suo assistente, di nome lei, una bella donna di nome Costanza Bonarelli.
Era così follemente innamorato di lei che ne scolpì il ritratto nel marmo, il che era di per sé una cosa di eccezionale. Gli scultori non realizzavano busti di donne qualsiasi e certamente non delle loro amanti.
Il busto rappresenta Costanza con splendido naturalismo e mostra il livello di intimità dei due amanti: il primo bottone della sua camicetta è sbottonato con noncuranza e i suoi capelli sono arruffati, apre la bocca come se fosse colta nell'atto di parlare con chi la ritrae.

Tuttavia questa scultura è tutto ciò che rimane di buono della relazione tra i due.

Bernini scoprì che lei si era innamorata di suo fratello con cui aveva iniziato una storia, e impazzito di gelosia ordinò ad un suo servo di deturparle il viso con una lama.

Come se non fosse già stata punita abbastanza, la povera donna fu condannata per adulterio e reclusa in un monastero per mesi, mentre il fratello Luigi fu bandito da Roma.

Invece a Gian Lorenzo, favorito dal Papa, fu data solo una multa e gli fu ordinato di sposarsi al più presto, onde evitare altri scandali del genere. Così fece Bernini, si sposò ed ebbe 11 figli, proseguendo impunito la sua grande carriera.

Scontata la sua condanna, Costanza tornò dal marito, Matteo Bonarelli, scultore e mercante d’arte, con il con il quale riuscì ad avviare un’attività di commercio fruttuosa. La sua vicenda non fui mai dimenticata perché di Costanza ci rimane la scultura di marmo del Bernini, oggi conservata al museo del Bargello.



In questi giorni il ritratto di Costanza ha cambiato temporaneamente casa, diventando simbolo della violenza contro le donne nella mostra dal titolo Il dolore non è un privilegio aperta agli Uffizi fino al 19 Dicembre 2021.

La scultura, restaurata per l’occasione, completa la mostra fotografica di Ilaria Sagaria, che ci ricorda come la violenza sulle donne sia un dramma che ancora oggi si consuma in tutte le parti del mondo.

Gli scatti sono realizzati pensando alle donne che hanno subito attacchi con acido, che come nel caso di Costanza Bonarelli, spesso mirano a sfregiare il volto della donna che ha “osato” tradire il proprio uomo o offendere in qualche modo il suo orgoglio.

Le donne di Ilaria Sagaria, sono donne che non escono più di casa, che nascondono gli specchi, che rifiutano di guardarsi e accettarsi per ciò che sono diventate dopo che sono state sfigurate dai loro stessi mariti, fratelli e padri.

Attraverso le testimonianze di queste donne, la fotografa ha ricostruito un racconto di violenze senza tempo, di cui purtroppo ancora oggi, così come ai tempi di Costanza Bonarelli e Bernini, si scrivono pagine su pagine.

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