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Galileo Chini a Villa Bardini

Villa Bardini riapre dopo due anni, con la mostra dal titolo Galileo Chini e il Simbolismo Europeo. La mostra, dedicata al più grande interprete italiano del modernismo Liberty e tra i maggiori esponenti del Simbolismo a livello europeo, si focalizza sui primi vent’anni di carriera dell’artista, che lo resero famoso a livello internazionale.

Le opere di Chini si affiancano all’arte che le ha ispirate o che ad esse si ispira, con opere di Auguste Rodin, Gustav Klimt, Max Klinger, Aubrey Beardsley, Giovanni Segantini, Odilon Redon, Ferdinand Khnopff, Félix Vallotton, Pierre Bonnard e molti altri.



Max Klinger, La sirena, 1895

Nel 1914 a Chini fu commissionata la nuova decorazione del salone centrale delle Esposizioni della Biennale di Venezia. In questa occasione dipinge La Primavera, opera di ispirazione klimtiana, composta da pannelli verticali, con decorazioni floreali e donne abbigliate con i pepli.

 

L’artista fiorentino, pittore, decoratore, grafico, fu anche un ceramista eccezionale, che interpretò squisitamente il gusto Art Nouveau. Fonda già nel 1896, una fabbrica di ceramica chiamata Arte della Ceramica, e in seguito Fornaci San Lorenzo, che divenne presto famosa in tutto il mondo. Realizzava non solo ceramiche, ma anche vetrate e arredamenti d'interni.
In mostra troviamo esposte alcune sue opere da considerarsi capolavori della ceramica europea di inizio Novecento, come i vasi “preraffaelliti”, il cache-pot con camaleonti e il vaso a lustro rosso con alberi.





Galileo Chini era un artista poliedrico e la mostra a Villa Bardini, raffinata ed eclettica, rispecchia questa sua natura sfaccettata, con 200 opere fra dipinti, disegni, illustrazioni e ceramiche.

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