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Lo spettacolare Cortile di Michelozzo a Palazzo Vecchio

Entrando in Palazzo Vecchio dal portone che affaccia su piazza della Signoria dal lato della Loggia dei Lanzi, vi ritroverete direttamente nel Cortile di Michelozzo, da lui progettato nel 1453. Stucchi, dipinti, grottesche, stemmi e statue contribuiscono a rendere l’ambiente spettacolare, lasciando tutti visitatori a bocca aperta.
La ricca decorazione in stile manierista fu realizzata su progetto di Giorgio Vasari qualche anno dopo, nel 1565, in occasione delle nozze tra Francesco I de' Medici e Giovanna d'Austria. Questo doveva essere infatti lo spazio di partenza della cerimonia nuziale, come dimostra anche l'iscrizione in latino appesa sulla parete Est del cortile, che dà il benvenuto alla sposa, sorella dell’Imperatore Massimiliano II.

Nelle lunette intorno al porticato, sono riprodotte le insegne delle chiese e delle corporazioni delle arti e mestieri di Firenze.  In onore di Giovanna, furono dipinte, affrescate a secco da Bastiano Veronese, Giovanni Lombardi, Cesare Baglioni e Turino di Piemonte, le vedute delle città che all'epoca facevano parte dell'impero austriaco: Praga, Passago (Passau), Gratz (Graz), Stein, Closterneburg (Klosterneuburg), Vienna, Oeniponte (Innsbruck), Ebersdorf, Konstanz (Costanza), Neustadt, Freyburg (Frigurgo), Possonia (Bratislavia), Krems-Stein, Brisach e Hall (Ala).
Sopra ogni veduta vi è lo stemma e il nome tedesco della città corrispondente.

Il magnifico rivestimento in stucco bianco e dorato delle nove colonne fu invece realizzati da Pier Paolo Mincio di Forlì: motivi vegetali, putti reggifestoni, mascheroni ed emblemi medicei (capricorno e ariete) fanno di questa decorazione l’elemento forse più caratteristico del cortile.
Le volte a crociera del porticato sono invece abbellite con motivi a grottesca realizzati da Marco da Faenza.

Al centro del cortile, vi era originariamente pozzo che venne sostituito da una fontana di porfido fatta su disegno di Giorgio Vasari, culminante nella statua in bronzo del Putto con Delfino realizzata da Andrea del Verrocchio nel 1470. L'opera, che si ispirava ai modelli di arte greco-romana, era stata commissionata per una fontana del giardino della villa medicea a Careggi, e poi sistemata qui nel 1557 in sostituzione del celeberrimo bronzo del David di Donatello (1440) che si trovava al centro del cortile. Un piccola curiosità: all’epoca il delfino era ancora un animale poco conosciuto, in pochi lo avevano visto dal vero, quindi gli artisti tendevano a rappresentarlo traendone l’immagine dalla propria fantasia. Ecco perché l’opera del Verrocchio lo mostra semplicemente come un grosso pesce dalla testa sproporzionatamente grande e la coda sottile.
Il Putto con Delfino fu sostituito poi da una copia nel 1959, mentre l’originale è conservata in Palazzo Vecchio nel Terrazzo di Giunone nel Quartiere degli Elementi.
Questo spettacolare cortile riccamente decorato può essere ammirato gratuitamente. Assolutamente da vedere per tutti coloro che visitano Firenze.

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