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"Rudolf Levy (1875 -1944). L'opera e l'esilio" a Palazzo Pitti

Le Gallerie degli Uffizi rendono omaggio al pittore espressionista, Rudolf Levy, con una retrospettiva che ripercorre la tormentata vita dell’artista.
Dopo aver combattuto nella prima Guerra Mondiale, Levy va a vivere a Berlino, dove realizza la sua prima personale, nel 1922. L’incubo delle persecuzioni naziste lo porta in viaggio per il mondo, sempre in fuga e in cerca di una casa sicura dove sistemarsi. Prima in Spagna, poi in Francia, poi negli Stati Uniti e di nuovo in Europa, in Italia, dove vive a Ischia a Roma e infine a Firenze.
Qui ritrova la serenità per un paio d’anni, e nella sua abitazione in piazza Santo Spirito vive il suo periodo più prolifico, producendo oltre cinquanta dipinti, tra nature morte e ritratti.
Purtroppo, quello di Firenze fu anche il suo ultimo periodo di attività. Dopo l'occupazione tedesca, il 12 dicembre del 1943, Levy viene arrestato perché ebreo e condotto al carcere delle Murate. Trasferito poco dopo a Milano, il 30 gennaio del 1944 viene fatto salire su un treno per Auschwitz dove incontrerà un’ingiusta fine.
Aveva 68 anni, troppo vecchio per fare lavori utili nei campi di concentramento, viene subito portato nelle camere a gas.
Un incubo vissuto da milioni di persone e che anno dopo anno cerchiamo di non dimenticare.
La mostra a Palazzo Pitti si propone di fare proprio questo, omaggiando un eccellente pittore di cui si parla troppo poco.

In mostra ci sono 47 opere, articolate in 3 sezioni. La prima parte dalle opere giovanili in cui è evidente l’influenza di Matisse, suo maestro a Parigi. La seconda raccoglie le opere precedenti al periodo delle persecuzioni e la terza sezione comprende invece i dipinti fatti dal 1933 in poi.
Nonostante il periodo storico buio in cui Levy è vissuto, la sua opera, grandemente influenzata da Cézanne e a Matisse, si rivela ricca di colore. I suoi paesaggi sono luminosi e ariosi e le nature morte colorate e di grande effetto. Tuttavia la sua irrequietezza sembra trapelare dagli sguardi scuri dei soggetti dei suoi ritratti, i quali sembrano tutti nascondere un segreto, una storia difficile da raccontare, facendosi forse specchio dell’animo dell’artista.


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