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Yan Pei-Ming. Pittore di storie a Firenze

Un’altra grande mostra monografica è in corso a Palazzo Strozzi fino al 3 settembre 2023, e stavolta ci porta in contatto con oltre trenta opere dell’artista cinese Yan Pei-Ming: Yan Pei-Ming. Pittore di storie
Nato e cresciuto a Shanghai, a 20 anni emigra in Francia iscrivendosi all’École des Beaux-Arts di Digione inseguendo il suo sogno di studiare arte. Studierà in seguito anche all’Accademia di Francia a Villa Medici a Roma, ma continuerà poi a vivere in Francia, dove tutt’ora ha il suo studio.

Diventa presto promotore di un dialogo tra Oriente e Occidente, riflettendo profondamente sulla pittura di oggi, e unendo nella sua opera storia e contemporaneità.
Le tele monumentali dell’artista, opere monocromatiche dove prevalgono il rosso, il nero e il blu, prendono spesso a modello immagini fotografiche provenienti da copertine di giornali, dal cinema, e da celebri opere della storia dell’arte. Rappresentano soprattutto ritratti, animali simbolo della cultura cinese come il drago e la tigre, personaggi famosi e momenti di cronaca. I soggetti sono i più svariati, tutti trattati con pennellate vigorose e ricche di materia: si va dai corpi appesi di Mussolini e Claretta Petacci in piazzale Loreto alla la Crocifissione secondo Matteo, da Vladimir Putin a Zelensky, da Jean-Paul Marat a Bruce Lee, fino alla stessa madre dell’artista.
Bruce Lee è uno dei soggetti più trattati dall’artista cinese. Icona del cinema molto amata, Bruce Lee cercò di sfidare il razzismo e cambiare l’immagine stereotipata che il mondo occidentale aveva dei cinesi e in generale degli asiatici. Con il suo fisico atletico, carisma, e taglio di capelli e abbigliamento in stile americano, riuscì a fa vedere all’Occidente che l’uomo orientale era combattivo, talentuoso e attraente.



La tela che forse più rappresenta Yan Pei-Ming, il suo vissuto e i suoi valori è quella che rivisita La Morte di Marat (1793) di Jacques-Louis David. Questa sembra infatti essere il perfetto connubio tra la Cina dell’artista, la Francia in cui ha studiato e vissuto, l’amore per la storia dell’arte e l’interesse nel raccontare la storia e i suoi personaggi.
Il racconto si fa più intimo e personale, invece, con l’opera che ritrae Chen Guo-mei, madre dell’artista, morta nel 2018 e alla quale dedica una serie di tele monumentali.



L’artista “riflette sulla condizione umana, fondendo insieme fonti diverse tra realtà e immaginazione, vita privata e storia pubblica”. AffermaArturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra. “È pittore di storie e non solo di Storiaperché nella sua pittura si ritrovano immagini che hanno segnato il passato recente assieme a capolavori della storia dell’arte e al racconto intimo della propria vicenda personale. L’artista esplora le potenzialità della pittura e la capacità di questo mezzo di essere attuale, accessibile e coinvolgente per tutti”.


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