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Firenze curiosa: Palazzo dei Cartelloni

In via Sant'Antonino 11 a Firenze, si trova un palazzo che salta subito all’occhio dei passanti poiché presenta elementi decorativi decisamente insoliti. E’ Palazzo Viviani, altrimenti detto “Palazzo dei cartelloni”, per via delle enormi epigrafi con cui è decorata la facciata. In mezzo a questi "cartelloni", sopra la porta d’ingresso, vi è anche un busto di Galileo Galilei. Viene da chiedersi, era forse questa la dimora del famoso scienziato pisano?
No, questa era a tutti gli effetti casa di Vincenzo Viviani, anch’esso scienziato e appunto discepolo di Galileo.
Viviani ammirava e rispettava moltissimo il lavoro del suo maestro, tanto che alla di lui morte avvenuta nel 1642, avrebbe voluto far erigere un sepolcro monumentale in suo onore. Incontrò però l’opposizione degli ecclesiastici, i quali ritenevano inopportuno celebrare la memoria di un uomo condannato per sospetto di eresia.

Così nel 1690 Viviani decise di prendere in mano la situazione e progettare lui stesso una sorta di monumento a Galileo. Commissionò quindi la realizzazione della facciata del suo palazzo all'amico Giovan Battista Nelli e la fece decorare con grandi cartigli su cui vennero incise le scoperte di Galileo Galilei ed un busto dello scienziato con ai lati dei bassorilievi: da un lato venne rappresentata l'osservazione dei satelliti di Giove tramite il cannocchiale per determinare la longitudine in mare, dall'altro il moto parabolico dei proiettili.
Ci vollero quasi cent'anni prima che fosse inaugurato, nel 1737, il sepolcro monumentale nella Basilica di Santa Croce nel quale furono posti i resti mortali di Galileo e del discepolo Viviani, ormai morto anch'egli da oltre trent'anni.

Una curiosità: prima di appartenere a Viviani, il palazzo in via Sant'Antonio era di proprietà di Francesco del Giocondo, che nient’altro era se non il marito di Monna Lisa Gherardini, la donna dipinta da Leonardo da Vinci che tutti conoscono come “Gioconda”. Dato che il dipinto fu commissionato a Leonardo dal Giocondo, ecco che all’immagine della sua donna venne dato il soprannome di “Gioconda”.



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