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L'abbondanza della forma in Botero

Lo stile di Fernando Botero Angulo, caratterizzato da soggetti dalle forme dilatate e piene, dall’aspetto caricaturale, è assolutamente inconfondibile.
L’artista approda a questo stile negli anni 50 dopo aver dipinto un mandolino “grasso” in una natura morta con mandolino. Da allora continuerà a dipingere uomini, donne, animali e oggetti inanimati dilatandoli e rendendoli molto voluminosi e tondeggianti.

L’artista colombiano dimostra già da bambino interesse per l’arte, rimane affascinato dell'architettura barocca e delle illustrazioni della Divina Commedia e a soli 16 anni disegna le illustrazioni per i supplementi di "El Colombiano", il giornale più importante della sua città natale.
Poco apprezzato in patria, Botero viaggia molto tentando di affermarsi come artista. In Italia entra in contatto con la sua prima fonte di ispirazione, i capolavori di Giotto e Andrea Mantegna, a New York scopre l’espressionismo astratto che influenzerà molto il suo stile, a Parigi comincia a lavorare più assiduamente alla scultura e di nuovo in Italia produce molte opere marmoree nel suo studio di Pietrasanta, che gli permette di mantenersi vicino alle cave di marmo.

L’artista ebbe 4 figli a da matrimoni diversi, ma nel 1974 perde tragicamente uno di loro, Pedro, in un incidente d’auto. In questa occasione il pittore stesso perde una falange del mignolo destro, cosa che lo porterà a scolpire spesso enormi mani.

Le sue opere si distinguono per due caratteristiche principali: i soggetti “obesi” e l’assenza di emozioni dei personaggi.
Sembra che i suoi soggetti siano tutti impassibili, freddi, privi di emozioni. Botero spiega che volutamente cerca di distaccarsi dai personaggi delle sue opere, privandoli di una dimensione morale e psicologica e focalizzandosi piuttosto sul colore e le forme abbondanti.

Invece riguardo il perché dipinga e scolpisca figure "grasse" l'artista afferma di dipingere volumi ed essere interessato alla sensualità della forma. E’ quindi tutta una questione di sensualità per Botero. L’abbondanza di colore e di volumi non è altro che un’esaltazione della sensualità e della vita stessa.

Molti interpretano l'obesità dei soggetti di Botero come una critica ironica verso la società moderna che ricerca sempre e comunque l’abbondanza, talvolta fino all’eccesso.
In un’opera come la Paloma, una colomba di bronzo di 1 tonnellata e mezza, alta 2 metri e 40 centimetri, sembra esserci effettivamente anche dell’ironia.
Un animale minuto e leggero come una colomba, viene rappresentato come l’opposto di se stesso. Certo non potrà mai volare pesante com’è. Al tempo stesso però l’abbondanza di questo di questo pennuto fa sorridere e appaga l’occhio.
L’opera venne esposta nel 1999 in Piazza della Signoria, nel piazzale degli Uffizi e nella Sala d'Armi di Palazzo Vecchio. In seguito, la statua venne ricollocata in via del Termine, proprio davanti all’aeroporto di Firenze.

Nonostante la società giudichi severamente l’essere in sovrappeso, i personaggi di Botero risultano piacevoli da guardare ed acquisiscono una dignità tutta loro. Così assolutamente solidi e stabili nello spazio, riescono anche con la loro freddezza emotiva a trasmettere una sensazione di conforto nello spettatore, che invece di giudicare le forme piene ed abbondanti ne rimane affascinato.



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