YOUR FLORENCE EXPERIENCE

FINE ARTS AND
CULTURE ACADEMY

L'Uomo Comune di Clet su Ponte alle Grazie

Sul Ponte alle Grazie, un uomo si sporge e fa un passo nel vuoto con coraggio.
L’uomo è quello dell’installazione di Clet, artista francese che vive da molti anni a Firenze, dove ha aperto il suo studio in Oltrarno, diventato famoso per i suoi interventi sui cartelli stradali.
“L’uomo comune”, è un’opera che ha avuto vita davvero travagliata. Contestata, vandalizzata, rimossa, multata e infine reinstallata, è diventata oggi un simbolo della città.

Apparsa per la prima volta sul ponte nel Gennaio del 2011, questa scultura ha da subito suscitato curiosità ,ma anche molto dissenso.
L’opera fu presto rimossa per tornare 2 anni dopo, nel 2013, creando ancora più scompiglio. La scultura viene danneggiata e rimossa, ma l’artista non si dà per vinto e la ricolloca al suo posto.
Viene anche multato per aver installato l’opera senza autorizzazione in un luogo di interesse paesaggistico. La multa di 10mila euro sarà poi annullata in appello.
L’opera torna infine in pianta stabile sul Ponte alle Grazie nel 2021, riscuotendo molto successo.

Ciò ce è successo a L’uomo comune di Clet, è un po' quello che succede davvero all’uomo comune nel quotidiano, costretto spesso a chiede l’autorizzazione per fare un qualsiasi passo in avanti.
L’artista afferma che l’opera “è un monumento alla persona qualunque che si barcamena quotidianamente fra queste mille difficoltà, una figura libera che fa un passo verso l'ignoto, e chiedere l'autorizzazione per questo sarebbe davvero sminuirne il significato.”; e ribadisce in uno post sul suo profilo Instagram: “Non si può chiedere il permesso per fare un passo libero, se no, che passo libero è?”
Non ha tutti i torti.

L’opera è stata vandalizzata più volte nel corso degli anni, alcuni di questi “interventi” sono stati anche approvati dall’artista, conscio del fatto che la street art è spesso passeggera, in continuo divenire e che sulle strade il confine tra arte e vandalismo è sottile. L’atto di modificare un’opera o un muro o un cartello stradale racchiude in sé il bisogno di esprimersi delle persone, spesso con gesti plateali. A volte queste aggiunte all’opera sono stati divertenti, come il pentolino in testa a guisa di cappello e la sciarpa che gli era stata messa al collo.
Perfino la secchiata di vernice rossa che è stata gettata sulla statua, sembra essere stata gradita dall’artista, amante del colore rosso. Clet ci trova un rimando al sangue e alla violenza, che fa parte dell’uomo, e quindi ci legge un messaggio, gli comunica qualcosa.
Quello che secondo lui non comunica niente ma è solo un’imposizione del proprio ego, senza correlazione con l’oggetto, sono i numerosi adesivi che da qualche tempo orami ricoprono la statua. Per ora ha deciso di lasciarli, sperando che le persone possano vedere da soli quanto poco possano contribuire al messaggio dell’opera stessa, ma con tutta probabilità li farà presto rimuovere.

Con la sua opera Clet vuole invece trasmette un messaggio chiaro ai passanti: vuole trasmettere un po' di speranza, mostrando un uomo che fa, sì, un passo nel vuoto, ma lo fa con fiducia e fierezza. Sa di potercela fare.
Siamo tutti uomini comuni, e un passo verso l’ignoto dopo l’altro, andiamo avanti.


Iscriviti ora

Rimani aggiornato sulle nostre novità...iscriviti alla nostra newsletter!