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Il Battistero di San Giovanni a Firenze

Il 24 giugno, Firenze celebra il suo santo patrono, San Giovanni, ma non è sempre stato così. Un tempo, quando la religione era ancora pagana, la città era devota al dio Marte. Molti ritengono che proprio dalle rovine di un antico tempio dedicato al dio della guerra, fu costruito l’attuale Battistero di San Giovanni. Le origini di questo edificio sono però tuttora discusse e incerte. Qualcuno ritiene sia una costruzione di epoca paleocristiana, altri di epoca medioevale. Quel che è certo è che nei documenti storici viene citato per la prima volta come basilica nel 897, mentre diventa ufficialmente il battistero della città nel 1128.   

 

Questo edificio simbolo della città, è caratterizzato da una pianta ottagonale dal diametro di 25,60 m, con una cupola coperta da un tetto piramidale.

All’esterno presenta la decorazione caratteristica dell’architettura romanica fiorentina, con marmi bianchi di Carrara e marmi verdi di Prato.
Colonne e capitelli sono differenziati per tipologia e per colore del marmo e disposti di conseguenza. Ai lati della porta est vi sono anche delle colonne in porfido che sembrano non appartenere al progetto originale. Sono un “regalo” che i pisani fecero ai fiorentini a seguito di una breve alleanza, che aveva visto Firenze proteggere Pisa mentre questa era impegnata in una guerra contro i pirati saraceni nelle isole Baleari.

I pisani per ringraziare i fiorentini dell’aiuto regalarono alla città due colonne di porfido rosso, parte del loro bottino di guerra. Si diceva che queste colonne così lucide avevano un potere particolare: potevano smascherare ladri e traditori riflettendone il volto.

I pisani devono aver pensato che fossero un dono troppo prezioso per i fiorentini con cui non avevano mai avuto un buon rapporto, perciò decisero di opacizzare le colonne con il fuoco in modo che i loro rivali non potessero sfruttarne il potere rivelatorio.

Se prima tra le due città non scorreva buon sangue, dopo questo episodio i rapporti si raffreddarono ulteriormente. E’ da allora che a Firenze si usa dire: “Fiorentini ciechi e pisani traditori”!

Nonostante ciò, le colonne divennero parte integrante dell’edificio e furono restaurate e rafforzate con delle cerchiature in ferro dopo che erano state danneggiate dall’alluvione dell’11 aprile del 1424.



Ad impreziosire la decorazione marmorea ci sono tre spettacolari porte bronzee restaurate di recente, forse le più famose porte di tutta la storia dell’arte.

La più antica, la Porta Sud, fu realizzata tra il 1330 e il 1336 dallo scultore Andrea Pisano. Le formelle bronzee mostrano episodi della vita di Giovanni Battista e le Virtù cristiane.

Sulla Porta Nord, di Lorenzo Ghiberti, sono invece rappresenta scene del Nuovo Testamento, gli Evangelisti e i quattro Padri della Chiesa.

Infine la porta est, conosciuta come Porta del Paradiso (così rinominata da Michelangelo), è un altro capolavoro del Ghiberti, che insieme alla sua bottega, realizzò un decorazione diversa dalle altre, dividendola in dieci grandi formelle.



All’interno del battistero, cattura subito l’attenzione il prezioso mosaico che ricopre l’intera cupola, una delle più grandi al mondo per l’epoca ad essere decorata in questo modo.

Il grande mosaico rappresenta in parte scene del giudizio universale, dominate dall’enorme figura di Cristo giudice e di cui fa parte anche la famosa rappresentazione dell'Inferno con il grande Satana cornuto che divora le anime. Vi sono poi storie della Genesi, storie di San Giovanni Battista, Cristo e Giuseppe. In alto al centro, le gerarchie angeliche.



Fatto principalmente di un unico blocco di marmo è il grande fonte battesimale, attribuito ad un seguace di Andrea Pisano.

All’interno del battistero vi erano anche la Maddalena di Donatello e l’Altare d’argento, oggi esposti al Museo dell'Opera del Duomo.

Infine, il pavimento presenta una particolarità: una lastra di marmo con rappresentati i segni zodiacali, sulla quale cadeva il raggio solare che filtrava dal foro gnomico sulla cupola (oggi sparito) ad indicare il solstizio d’estate. Uno dei tanti antichi strumenti che segnano il tempo a Firenze.

 

Da qualsiasi angolazione lo si guardi, il Battistero fiorentino appare come un capolavoro dell'architettura. Un esempio di perfetta geometria impreziosito da una decorazione ricca ma armonica e ben bilanciata. Non sorprende che all’inizio del Quattrocento, Brunelleschi lo scelse come esempio per dimostrare il suo nuovo metodo rappresentare prospetticamente gli edifici!

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